Una delle nuove 7 Meraviglie del Mondo, un'immagine che rischia di far commuovere per la sua bellezza, il Taj Mahal è il simbolo architettonico dell'India.
Il mausoleo del Taj Mahal fu fatto costruire nel 1632 dall’imperatore Shah Jahan in memoria della moglie Mumtaz Mahal, morta dando alla luce il 14° figlio dell’imperatore.
Recandosi ad Agra la sera prima della visita, si puo’ assistere ad una rappresentazione teatrale che narra la storia d’amore tra l’imperatore e la sua amata. Muniti di cuffie per la traduzione, si viene calati nella struggente favola che unisce i protagonisti e, pur con i limiti della presentazione scenografica indiana, alla fine dello spettacolo qualcuno ha le lacrime agli occhi. Cio’ accresce l’attesa per quello che si vedrà il giorno dopo.
A precedere l'ingresso al viale che conduce al mausoleo, una costruzione ad arco in tipico stile indiano, in mattoni rosa, anch'esso di notevole pregio architettonico.
L’impatto visivo con il Taj Mahal ha qualcosa di unico, si resta con il fiato mozzato per la bellezza e lo splendore della costruzione. Il bianco candido, la delicatezza delle decorazioni, i quattro obelischi ai lati donano un fascino inimmaginabile, esprimendo cosi’ l’amore che poteva legare l’imperatore alla principessa.
Si ha l’impressione che sia stata letteralmente versata una “lacrima candida” in una distesa di solitudine.
Le fotografie si susseguono da tutte le angolazioni e su tutti i particolari che fanno scoprire l’unicità del monumento.
Se si osserva con attenzione il monumento, ci si accorge che le quattro colonne ai lati presentano un'inclinazione verso l'esterno. Questo particolare fu studiato dagli architetti del tempo, su richiesta dell'imperatore, affinchè in caso di terremoto le colonne, cadendo, non distruggessero il mausoleo.
Le pareti sono minuziosamente decorate; un ricamo continuo che percorre l'intera costruzione.
All'interno si trova la tomba della principessa.
Dopo la visita, dovendo lasciare il posto, ci si gira ripetutamente per poter vedere ancora una volta una vera “meraviglia”!
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