Per celebrare i 25 anni della caduta del muro di Berlino, Mariella ci ricorda i momenti passati e presenti che hanno fatto la storia di una città divisa.
"Berlino, la città dai due volti, si appresta a commemorare la caduta di quel muro che la divideva
in due come una ferita, lacerante e dolorosa che ha segnato la storia non solo dei berlinesi ma
dell’intera Europa.
La capitale della Germania, ancora provata dal secondo conflitto mondiale, assisteva inerte nell’agosto del 1961 alla costruzione di fortificazioni in pieno centro città. Case e famiglie improvvisamente furono divise da una frontiera. Molte persone hanno perso la vita nel tentativo di superare quel confine che diventava di giorno in giorno una presenza terribile e maestosa.
Si doveva convivere con quella presenza ostile. E così è stato fino al 9 novembre 1989,
quando i cittadini di Berlino hanno affrontato quel muro, picconi alla mano, mettendo fine ad un
simbolo di oppressione, ad uno dei periodi più cupi della storia contemporanea.
Di quel muro grigio cemento sono rimasti poco brandelli coloratissimi, ricoperti da dipinti, firme,
iscrizioni.
Si possono vedere vicino al Checkpoint Charlie, in giro per la periferia della città. La
città ha voluto mantenere il ricordo di quegli anni: dal museo che ricorda l’ossessiva presenza
della Stasi, ai banchetti dove vengono ancora apposti i sette timbri una volta necessari per
passare da Berlino Est a Berlino Ovest.
Di quel periodo una sola presenza colorata è rimasta su richiesta degli stessi berlinesi:
l’Ampellmannchen, l’omino verde e rosso che si illumina su tutti i semafori della città.
“Niente più guerre. Niente più muri. Un mondo unito” ...questa frase sul muro resta come un
monito per noi e per le future generazioni ad alimentare la speranza che mai più possa esserci,
in nessuna parte del mondo, un muro a dividere uomini uguali, con gli stessi desideri, le stesse
speranze, gli stessi identici sogni di pace."
Testo e foto di Mariella Terra
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