Cristiana Fichi è nuovamente ospite del blog con il suo racconto su Mauritius!
E quello che leggeremo ci invoglierà sicuramente a partire...
"Il
paradiso ci attende! Andiamo!!!
Si
proprio così. Perchè le isole Mauritius, composte da una serie di isole più o
meno piccole intorno alla principale, la cui superficie totale è simile a
quella di Zanzibar, sembrano proprio un angolo di paradiso.
Le
isole Mauritius si trovano nell'Oceano Indiano, circondate dalla barriera
corallina, a est del Madagascar. Perciò, fanno parte allo stesso modo del
continente africano, ma a differenza di questo non presentano specie autoctone
specifiche, se non una famiglia di pipistrelli e di tartarughe. La maggior
parte delle specie animali e vegetali sono state importate dai vari coloni che
si sono succeduti e l'unica specie animale autoctona degna di nota, il dodo, un
uccello incrocio tra un piccione, un pollo e un tacchino, si è estinto nel
tardo 1600 con l'arrivo dei coloni, che se ne cibarono, così come con le
tartarughe ed altri animali. Lo stesso è avvenuto con le specie vegetali: solo
l'1% della foresta originaria è rimasta intatta e le specie presenti sono di
origine africana, americana o asiatica.
Stesso
discorso può farsi della popolazione. Con un numero di poco più di un milione
di persone, la popolazione è costituita da 5 gruppi etnici, nessuno dei quali
può rivendicare la precedenza sugli altri, perchè originariamente l'isola era
disabitata. Il 68% è di origine indiana, con religione hindu, discendente dai
braccianti condotti nell'isola per lavorare la canna da zucchero, politicamente
forti perchè rappresentano la maggioranza. Il 27% della popolazione è creola,
discendente dagli schiavi africani e dagli europei, la più emarginata da un
punto di vista economico, sociale e politico. Il 3% è di origine cinese, dedita
prevalentemente al commercio. Infine il 2%
o è di origine francese, discendente dai colonizzatori, proprietari
della maggior parte degli zuccherifici, banche ed aziende più importanti o è di
origine sudafricana.
Le
isole Mauritius furono scoperte inizialmente dai commercianti arabi nel X
secolo; i primi europei che vi misero piede furono i portoghesi nel 1507,
interessati anche loro ai traffici commerciali piuttosto che alla
colonizzazione delle isole. Furono gli olandesi nel 1598 che invece presero
possesso dell'isola principale che divenne una base di rifornimento per i
commerci verso l'Asia, che fu però abbandonata nel 1710, perchè non raggiunse
mai una vera prosperità. Fu solo nel 1715 che arrivarono i francesi e la
battezzarono l'Ile de France. Con l'arrivo del governatore francese nonché
primo eroe coloniale l'isola divenne ricca e fiorente. Il governatore fece
diventare Port Louis un porto fiorente, fece costruire il primo zuccherificio e
realizzare una rete stradale. Nel 1810 l'isola fu conquistata dagli inglesi
dopo un secolo di colonizzazione francese. Questi cambiarono il nome dell'isola
in Mauritius e liberarono gli schiavi nel 1835, che all'epoca erano circa
70.000, sostituendoli con braccianti provenienti dall'India e dalla Cina.
Tuttavia mantennero la lingua ed il sistema giudiziario francese nonchè la
religione. L'indipendenza venne concessa nel 1968.
Questo
mix di culture si vede subito appena arrivati. La popolazione, indiana e creola
prevalentemente, parla francese, ma la guida per le strade è a sinistra!
Anche
la cucina risente di questo miscuglio di etnie: ce ne è per tutti i gusti!
Abbondano riso, noodles, molto pesce e anche carne e tutto è sempre speziato.
Il curry sovrasta tutte le altre spezie.
Anche
la musica risente di questo miscuglio di culture. La più importante è la segà,
derivante dalla cultura creola. Poi più recentemente il seggae, in cui si
fondono elementi tra la segà ed il reggae. Famoso esponente di questo genere
musicale fu Kaya, che diede voce alla minoranza creola.
L'economia
si basa prevalentemente:1) sul turismo, dovuto alle sue bellezze naturali (il
mare con i suoi pesci e la barriera corallina che circonda tutta l'isola, ma
anche monti, vulcani, cascate), 2) sull'agricoltura (canna da zucchero la fa da
padrone), 3) sulla lavorazione dei tessuti (soprattutto per grandi griffe
francesi e non).
Ma
cosa vedere in questo paradiso?
Le
cose da vedere sono davvero tante.
Cominciamo
con le spiagge. In tutta l'isola ci sono luoghi degni di nota, da nord a sud,
da est a ovest. La parte più turistica e tra le località più gettonate per il
divertimento è Grand baie, ma seguono sempre a nord Pereybere, Point aux
cannonieres, Mont Choisy e Trou aux Biches a nord ovest; Le Morne a sud ovest e
Bel Ombre a sud; la parte col mare più bello, a mio avviso, è a sud est tra
Blue Bay e Bel Mare con una serie di isolette tra cui Iles aux Aigrettes, Iles
au Fouquets, Ile aux cerfs, da vedere rigorosamente in barca, anche se è la
zona più ventosa e per finire ad ovest la lunghissima spiaggia bianca di Flic
en Flac e di Tamarin.
La
cittadina più grande è Port Louis, sulla costa ovest e vale la pena farci un
salto, sia per la parte del mercato, dove è possibile fare acquisti di souvenir
di ogni genere a prezzi modici, ma sempre da trattare, sia la parte nuova con
locali, ristoranti e gallerie d'arte.
All'interno,
dove è possibile scorgere distese enormi di canna da zucchero, si segnalano le
Gorges de la Riviere Noire a sud ovest e la vicina terra dei 7 colori di
Chamarel. Qui tra foreste, gole e cascate sembra proprio di essere ai confini
del mondo circondati da una natura bella ma composta, mai selvaggia. Sempre
nella zona interna a nord si segnala il giardino botanico di Pamplemousses, con
varie specie importate dall'Africa, dall'Asia e dalle Americhe.
E per
chi volesse portare a casa un ricordo di questo Paradiso, non c'è che
l'imbarazzo della scelta tra ceste in vimini, the, rum, spezie ed i modellini
di navi in legno di teak o mogano dei famosi vascelli come il Bounty o il
Titanic, per i quali i mauritiani sono dei veri maestri.
Insomma
tra mare, spiagge ed escursioni di ogni tipo, anche con sottomarini che vi
portano fino a 30 metri di profondità, non vi annoierete ed il tempo vi
passerà, ritrovandovi a fine vacanza senza nemmeno accorgervene.
Questo almeno è
quello che ci è successo dopo una settimana di vacanze.
E' un
posto dove ci si rilassa ma non ci si annoia, è un posto tranquillo che
potrebbe essere europeo, con un bel mare anche se non ricchissimo di pesci
colorati.
Allora?
Che fate? Il Paradiso vi attende...."
Testo e foto di Cristiana Fichi
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