Il referendum che ha sancito l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea (Brexit) ha determinato forti contraccolpi a livello politico ed economico, facendo gridare chi alla tragedia chi alla prudenza tra gli addetti ai lavori.
Per chi viaggia, a scopo turistico o lavorativo, è importante vedere quali possono essere le eventuali conseguenze.
Per prima cosa bisogna differenziare le conseguenze immediate e quelle che potrebbero essere le conseguenze future.
Conseguenze immediate
Le conseguenze della cosiddetta Brexit si sono fatte immediatamente sentire e sono legate all'andamento ineluttabile e prevedibile dei mercati finanziari.
Già nella notte, subito dopo il risultato definitivo del referendum, con i mercati asiatici aperti, si è assistito al crollo degli indici azionari in Giappone, più contenuto in Cina, seguito da quello dei mercati europei e subito dopo dal mercato americano.
Questo ha comportato una variazione dei valori delle monete nazionali con dei picchi al ribasso della sterlina, una discesa dell'euro e una salita dello yen e del dollaro Usa. Il petrolio è sceso, l'oro è salito.
(Fonte Traders Magazine)
Sterlina |
euro |
oro |
petrolio |
Cosa significa e che interesse può avere per chi viaggia?
Nell'immediato, la discesa della sterlina, più cospicua rispetto all'euro, determina una convenienza a viaggiare dall'Europa verso la Gran Bretagna e più costoso viceversa.
Di contro, un rialzo dello yen determina un incremento di spesa per chi è diretto verso il Giappone.
Una discesa del prezzo del petrolio, già ai minimi, dovrebbe comportare una riduzione dei prezzi del carburante. Evenienza piuttosto remota in quanto difficilmente si è visto scendere il prezzo della benzina in questi casi, specie con le vacanze alle porte!
Nè tanto meno si può sperare in una riduzione di prezzo per i voli aerei già prenotati, per il minor costo del carburante.
Invece spesso avviene il contrario con la compagnia aerea che, in caso di aumento del costo del petrolio, applica immediatamente un sovrapprezzo poco prima della partenza (ed il viaggiatore, pur di partire, è costretto a pagare!)
Queste le conseguenze immediate dovute agli scossoni avvenuti sui mercati finanziari. Già da lunedì mattina con le chiusure dei mercati asiatici si potrà vedere quale è la tendenza (probabilmente ancora al ribasso, seguita dall'Europa), aspettando e sperando in un rimbalzo del faro economico mondiale, ossia della solita Wall Street.
Abbiamo assistito nel corso degli anni a violente cadute dei mercati finanziari (11 settembre, fallimento di Lehman Brothers...), seguite da riprese insperate non perchè la Borsa viva di vita propria, ma perchè vi è sempre un gruppo di investitori di grande "forza" che decide da sempre quando è il momento di far risalire il "mercato" (arricchendosi ulteriormente, comprando ai minimi)
Quindi queste conseguenze saranno destinate a ridimensionarsi nel corso dei prossimi mesi.
Conseguenze future
E' doveroso premettere che nessuno è in grado di sapere in questo momento quali potranno essere le conseguenze future. Dopo le dure prese di posizione dei vertici politici europei ("fuori subito", "out is out"...) è probabile che vi sia un ammorbidimento delle posizioni con le diplomazie al lavoro.
In ogni caso il percorso di uscita si prevede sia progressivo e duri almeno 2 anni (secondo il Trattato di Lisbona).
Cosa potrebbe succedere di interesse per chi viaggia?
Sicuramente cambierà l'accesso in Gran Bretagna: ora può bastare la carta d'identità, successivamente potrebbe servire obbligatoriamente il passaporto (e probabilmente quello in uso per accedere negli Usa).
Difficilmente servirà un visto d'ingresso, al momento richiesto solo in determinati Paesi più a cultura non-occidentale.
Molto incerta è la situazione legata ai voli forniti dalle compagnie aeree.
Già si parla di possibili aumenti di costi da parte delle compagnie low cost, che dovranno rivedere gli accordi firmati con i Paesi europei e con la Gran Bretagna. Diventerà sicuramente più difficile viaggiare in maniera fluida, ossia libera da vincoli e norme che finora erano comuni tra tutti i Paesi europei. E bisogna ricordare che le più importanti compagnie low-cost sono britanniche, quindi attendiamoci un aumento dei prezzi, con immancabile ricaduta sui viaggiatori.
Più complessa sembrerebbe nel lungo periodo la situazione sanitaria.
Due possibili scenari: chi sostiene che si avvicina una svolta filo-assicurativa nelle politiche britanniche con un arretramento del National Health Service e chi invece dichiara che sono pochi i privati che si assicurano a spese proprie, non ci sono mutue integrative di categoria, a parte i pazienti che lavorano nelle grandi compagnie che offrono l'assicurazione sanitaria come pacchetto integrativo di benefit al posto della monetizzazione degli aumenti.
Cosa succede per i pazienti europei che si trasferiscono in Gran Bretagna?
Il dimissionario premier inglese Cameron aveva già strappato all'Ue la possibilità di dilazionare l'assistenza sanitaria concedendola solo a chi avesse in futuro maturato 5 anni di permanenza nel Regno Unito. Gli esperti pensano che sicuramente nulla cambia per il momento per i pazienti della Comunità. Il processo di adattamento sarà lento e occorrerà tempo per capire come gestirlo.
In ogni caso, per il viaggiatore che ora gode della copertura sanitaria comunitaria con una sorta di reciprocità nell'assistenza tra i vari Paesi europei, per il futuro è bene che si doti di una buona polizza assicurativa quando si reca in viaggio in Gran Bretagna per non avere, in caso di bisogno, sgradite sorprese (in pratica, quello che avviene ora dovendo andare negli Usa).
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