CUBA: salsa, ron y revolucion!


La musica, la cultura, il paesaggio, i cocktails... di questo e di tanto altro ci parla Cristiana Fichi nel suo reportage da Cuba!


"Quando si pensa a Cuba il pensiero va direttamente ai ritmi di salsa, di rumba, al rum e a tutti i superalcolici, come il cuba libre, il daiquiri o il mojito, ai sigari, alle auto americane anni 50 ed anche alla rivoluzione, a Fidel Castro e a Ernesto Che Guevara. Che paese!



Sono rimasta estasiata dalla sua storia, dalla scoperta alla colonizzazione spagnola, all'importazione degli schiavi per le piantagioni di canna da zucchero, all'indipendenza ed alla repubblica, fino alla dittatura di Batista ed alla rivoluzione di Fidel Castro accompagnato dal fido fratello Raoul e dal suo grande amico Ernesto Che Guevara, che nonostante l'origine argentina è ritenuto un eroe nazionale. Tutto questo è tangibile e sotto gli occhi di tutti.





Sono rimasta estasiata dai fascinosi palazzi e città stile spagnolo, con la plaza Mayor nel centro cittadino, con i loro colori e la loro caratteristica architettura.

Sono rimasta estasiata dai paesaggi verdi e vari in cui si alternano piantagioni di canne da zucchero a quelle di platani, di caffè e di tabacco.

Sono rimasta estasiata dalla musica allegra e coinvolgente che suona dovunque.

Sono rimasta estasiata dalle persone gentili, disponibili, composte, di grande umanità, curiose, allegre e dignitosamente povere.

Il mio viaggio ha avuto inizio a Santiago de Cuba nella parte est dell'isola e fino all'Avana ed è stato un crescendo che ho apprezzato ogni giorno di più.





Santiago mi è sembrata una città dai ritmi lenti, la più nera, la più africana, ma la culla della rivoluzione.

Ciò che mi ha più impressionato di questa città è stata la Plaza de la Revolucion, moderna e di influenza sovietica, non bella ma imponente con il monumento del generale Antonio Maceo, uno dei suoi tanti eroi, da una parte e l'effige stilizzata di Fidel dalla parte opposta e la caserma Moncada, oggi divenuta scuola e museo.

Questa costruzione rappresenta l'avvio della rivoluzione di Castro che nel lontano 1953 voleva conquistarla per entrare in possesso delle armi in essa contenute, visto che era la seconda guarnigione di Cuba. L'assalto fallì e ci fu un bagno di sangue ma fu solo l'inizio per la liberazione.

Seconda tappa la Basilica del Cobre, a 20 km a nord di Santiago de Cuba. Questa chiesa circondata da colline e montagne, dove un tempo veniva estratto il rame dalle sue miniere, rappresenta la chiesa più importante di Cuba. All'interno viene conservata la statua di una madonna mulatta benedetta e coronata da Papa Giovanni Paolo II nel 1998.




 Il suo culto è stato associato sincreticamente a quello afrocubano di Oshun. Oggi è luogo di pellegrinaggio e raccoglie molti ex voto importanti tra cui anche il premio Nobel per la letteratura di Hemingway che ha donato al popolo cubano, uno dei tanti stranieri che sentiva Cuba come la sua casa. L'apertura alla Chiesa è partita solo dai primi anni 2000, dopo la visita del Papa, in quanto precedentemente, con la rivoluzione di Castro, era proibito praticare qualunque credo religioso.



Risalendo verso il centro dell'isola sono arrivata a quella splendida cittadina dal nome Camaguey, nominata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 2008.



Questa vanta un esteso e ricco centro storico coloniale con palazzi dall'aspetto neoclassico di tardo 800. Passeggiare tra le sue stradine a piedi o trasportati dai risciò sia di giorno che di notte proietta nel passato e rapisce il visitatore.

Caratteristici del posto i tinajones, grandi orci d'argilla, alti fino a 2 m, modellati per raccogliere l'acqua piovana e conservare le provviste, di origine settecentesca, ancora oggi visibili nei parchi, nei giardini o nei cortili delle case coloniali.



Tappa successiva Ciego de Avila, con le sue case porticate dai colori vivaci.

Successivamente Sancti Spiritus. Cittadina tranquilla con bei palazzi dai colori vivaci, stile spagnolo, con spendidi balconcini in ferro battuto e stradine acciottolate. Qui una sosta alla casa della musica con balli dai ritmi cubani e fiumi di rum è d'obbligo!

Dai ritmi caraibici sono passata all'incedere delle piantagioni della Valle de los Ingenios, dove in un percorso di curve e salite sono stata rapita dal verde delle piantagioni della canna da zucchero, dei platani e per finire del tabacco. La valle ha visto la nascita della maggior parte di industrie dello zucchero e per questo motivo è stata dichiarata dall'UNESCO patrimonio dell'Umanità. Gli ingenios sono infatti i mulini dove si lavorava lo zucchero e nella zona ce ne sono circa 70. Inutile ricordare che il lavoro nei campi e nelle industrie dello zucchero erano effettuati dagli schiavi africani. La torre Iznaga, dalla cui sommità si domina tutta la vallata, fu costruita da una delle famiglie più in vista e ricca dell'800, appunto Iznaga, sia per affermare la potenza e l'egemonia nei confronti degli altri latifondisti, sia per controllare i 350 schiavi che lavoravano nei campi. La canna da zucchero è stata introdotta nell'isola nel 1512 dai colonizzatori spagnoli ed è stata il perno dell'economia cubana. La raccolta o zafra avviene solitamente tra dicembre e giugno ed in alcune zone si pratica ancora col machete.

Tappa successiva Trinidad, anch'essa dichiarata dall'UNESCO patrimonio dell'Umanità nel 1988 e qui effettivamente sono stata conquistata dalla sua bellezza e particolarità.






Sembra di vivere in un altro mondo, in un'altra dimensione, con le stradine acciottolate piene di turisti e di negozi d'arte. Il suo isolamento per anni l'ha preservata rendendola unica per i suoi palazzi (Palazzo Cantero e la casa de la Cultura sono assolutamente da vedere), vie e negozi. Qui oltre che passeggiare tra le stradine è d'obbligo la tappa presso un locale dal nome del cocktail in esso inventato, la canchanchara. Questo è a base di rum, lime, acqua e miele ed è eccezionale!



Poi, avanti ancora fino a Cienfuegos, ridente cittadina sul mare, anch'essa patrimonio mondiale dell'UNESCO, situata su una delle baie più suggestive del Mar dei Caraibi, che le hanno valso l'appellativo di “Perla del sud”.



Venne scoperta da Colombo nel 1494 e all'epoca era occupata da un insediamento aborigeno di Jagua. Il suo nome diventò Cienfuegos solo nel 1829 per volere del governatore Josè Cienfuegos. Merita una visita la Plaza Mayor con il suo Palazzo Ferrer ed il Teatro Tomas Terry che ha visto calcare la scena da grandi artisti come Enrico Caruso e Sara Bernhardt!

Santa Clara, penultima tappa, non è certo all'altezza delle cittadine sopra descritte, ma merita una sosta per il mausoleo a Ernesto Che Guevara, che con la sua imponenza e compostezza rapisce il visitatore. Perchè proprio qui? Perchè proprio qui nel 1958 si svolse l'ultima battaglia della rivoluzione capeggiata dal Che, che segnò la fine della dittatura batistiana, con l'assalto al treno, di cui alcuni convogli sono ancora presenti ed aperti al pubblico. Per questo è nominata anche la città del guerrigliero eroico!

E per finire, come dicono gli inglesi “last but not least” L'Avana! Vivace capitale sul mare con 3 quartieri principali, ovvero Avana vecchia, il Centro e il Vedado. Ma il filo conduttore di tutti i quartieri è il Malecon, uno dei più bei lungomari mai visti, che si snoda per ben 7 km, una sorta di ideale percorso storico, una suggestione infinita in un'atmosfera unica. Fu ideato nel 1901 dal governo militare statunitense come viale pedonale, ma negli anni 50 divenne più una strada trafficata che altro.








Tutta la città è stata notevolmente recuperata da un sano restauro ed è bellissima!

Avana vecchia rappresenta il centro coloniale racchiuso dalla cinta muraria, la parte più storica e con l'architettura più importante, ma anche la parte più piccola. Degne di nota sono la Piazza della Cattedrale, la Plaza de Armas, la Plaza di S.Francisco, la plaza Veja. Ma accanto al sacro non bisogna dimenticare il profano! Qui c'è anche il museo del rum e la famosa Bodeguita del Medio, autentica bettola dove Hemingway era solito prendere il suo mojito per trasferirsi poi all'albergo dove alloggiava, Ambos Mundos, per finire all'altro locale, Floridita, dove amava bersi il daiquiri!



Del Centro dell'Avana invece va ricordato il Capitolio, opera dell'italiano Zanelli, il museo della rivoluzione e il Paseo del Prado, tra i monumenti più imponenti, ma degno di nota è anche il Callejon de Hamel, santuario afro cubano, con murales coloratissimi, centro artistico e scuola di rumba.



Infine nel Vedado impossibile non essere rapiti dal Memorial Josè Martì, davanti all'immensa Plaza de la revolucion e frescheggiare nel bosco cittadino lungo uno dei fiumi della città.

Sicuramente un giro per la città deve essere fatto con il coco taxi, caratteristico mezzo di trasporto, tipo ape, dalla forma rotonda e dal vivace colore giallo.



Per concludere la visita di Cuba merita sicuramente una sosta in uno dei suoi tanti locali notturni, primi tra tutti il famoso Tropicana.

Ed il suo mare con la sua barriera corallina? Che dire di tutti i famosi Cayo Largo, Cayo Coco, Cayo Guillermo, Cayo ….?

Per questo ci vuole un altro viaggio!!!"


Testo e foto di Cristiana Fichi













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