Cosa vedere a...: AOSTA, ANNECY, LOSANNA e una puntatina a PARMA!


Ospite del blog l'amica scrittrice Eleonora Testi che ci racconta il suo recente viaggio tra Italia e Francia, passando tra le Alpi svizzere.


"Aosta, città fatta di pietra e di legno, la pietra e il legno dei suoi monti e dei suoi boschi. Giocattoli in legno originali esposti nelle vetrine e lungo le strade su cui si affacciano montagne maestose. Aosta, la “Roma delle Alpi” con i suoi resti  dell’Arco di Augusto, della Porta pretoria  e del teatro che trasudano di antico. Profumo di Storia e di Natura in una città che, alla fine di aprile ci ha accolto con il freddo e un po’ di pioggia, ma anche con il calore del suo respiro.




Il viaggio è continuato in direzione di Annecy, cittadina della Savoia. Nel  raggiungerla,  i monti hanno continuato a farci compagnia attraverso i finestrini delle auto. Cime innevate, torrenti, ghiacciai, cascate: lo scenario non cambia, rimane il medesimo, riunendo così due Paesi diversi. l’Italia e la Francia in quel punto si danno la mano per mezzo del traforo del monte Bianco.

Annecy, una piccola Treviso o la “Venezia della Savoia” come è stata definita, si sviluppa lungo i canali. Anche qui, oltre all’acqua, la pietra e il legno dominano la scena. Ci ha accolti con la fioritura multicolore dei suoi tulipani, con l’ antica prigione che ha avuto questa funzione fino al 1860, e poi di nuovo durante il triste periodo della seconda guerra mondiale.




Annecy, città ridente  posta su un lago che chissà quante volte avrà visto Jean-Jacques Rousseau che proprio in quei luoghi ha imparato la musica e ha suonato per la prima volta.  Annecy con la “chiesa degli Italiani” dedicata a San Francesco di Sales che nel 1610, insieme a Giovanna di Chantal,  ha fondato proprio in questa cittadina l’ “Ordine della Visitazione”.





Annecy con le sue gelaterie, pasticcerie e crepes da far leccare i baffi!!! Un castello imponente, dall’alto, veglia amorevole e silenzioso sulla città.


Attraverso un altro traforo, quello del Gran San Bernardo, arriviamo a Losanna. Le montagne, bianche di neve, hanno continuato ad accompagnarci lungo il viaggio. Losanna, nella Svizzera francese, è una città giovane, una “città studentesca”, sportiva, definita dal 1993 “città olimpica” e un luogo che accoglie culture religiose molto diverse tra di loro. Città aperta al nuovo e che, proprio nei  giorni in cui c’eravamo noi, ha dato vita alla protesta delle lesbiche con un corteo all’interno di una manifestazione alla quale hanno partecipato molti giovani.



Caratteristico l’orologio a carillon della Palud del 1960 che si affaccia sull’omonima  piazza nella quale si svolge anche un caratteristico mercato. Naturalmente non possono mancare cioccolaterie presenti in ogni angolo con deliziosi cioccolatini e pasticcini tutti da gustare.



Al ritorno una puntatina a Parma, città signorile ed elegante per eccellenza: il palazzo della pilotta, il Teatro regio, il Duomo e il Battistero la rendono ancora più affascinante.





La città, fondata dai Romani, si sviluppa lungo il torrente che le ha dato il nome. Sembra ancora di sentire lungo le strade il profumo alla violetta inventato qui all’interno della bottega di un barbiere tanti anni fa, oppure sembrano risuonare ancora le note della Traviata di Verdi. Prima di andare via, non si è potuto fare a meno di assaggiare il famoso prosciutto di Parma, il parmigiano e soprattutto ravioli ripieni di cotto di spalla. Tutto ottimo!"


Testo e foto di Eleonora Testi




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