Visitare CHERNOBYL



Il 26 aprile 1986 nell'ex Unione Sovietica avvenne una delle più grandi catastrofi della storia dell'umanità. L'esplosione del reattore 4 della centrale nucleare di Chernobyl (a proposito , la pronuncia esatta è Chernòbyl, con l'accento sulla o). All'alba di quel giorno, una violenta esplosione nucleare superiore a quella di Hiroshima tinse il cielo di Chernobyl di tutti i colori, dal verde al viola all'azzurro, tanto da far dire a chi vide l'esplosione e potè raccontarla, che fu uno spettacolo. Naturalmente non era vero, si trattò di una catastrofe che coinvolse non solo la popolazione delle zone circostanti, ma la quasi totalità dell'Europa.






Subito dopo l'esplosione, le autorità sovietiche del settore nucleare cercarono di coprire l'accaduto, rassicurando la popolazione e lo stesso presidente Gorbaciov. Solo il giorno successivo, quando le radiazioni cominciarono a spostarsi verso ovest a causa dei venti, l'allarme fu lanciato dalla Svezia. Messi alle strette dalle organizzazioni europee, l'Unione Sovietica dovette ammettere la gravità dell'incidente e dal 27 aprile si decise di cominciare ad evacuare la popolazione dell'area immediatamente vicina al reattore esploso.
La popolazione, che aveva vissuto la II guerra mondiale, con le bombe e i relativi danni, non voleva lasciare le proprie abitazioni perchè non vedeva il pericolo. Ma la morte in quel caso era invisibile, veniva respirata e si depositava ovunque. Furono evacuate circa 43.000 persone molte delle quali morirono a causa delle violente esposizioni radioattive a cui furono sottoposte. La gente infatti si recò a vedere cosa fosse successo avvicinandosi il più possibile al reattore. Solo circa 20 giorni dopo, L'Unione Sovietica con il discorso del presidente Gorbaciov, rese noti tutti i particolari della tragedia. Si diede inizio a quella che fu detta poi la "glasnost", la trasparenza dell'informazione.








Oltre a tentare di spegnere il reattore, per cui numerosi tecnici si sacrificarono esponendosi ad alte dosi di radiazioni, si cercò di delimitare la zona di esclusione. 260.000 ettari (pari all'estensione del Lussemburgo) furono isolati. Di questi 55.000 ettari furono destinati all'esclusione assoluta. Un'intera foresta di 126.000 ettari incluso il confine di 154 km con la Bielorussia.

Nella zona di esclusione ormai decontaminata vi sono 12 check point. E' possibile accedervi tramite prenotazione con passaporto. Vietato ai minori di 18 anni. Si può noleggiare un dosimetro che ci terrà informati costantemente sulla dose di radiazioni per ora di esposizione. Inizialmente lo vedremo mantenersi sotto la soglia della normalità di 0.30, ma proseguendo la visita ed avvicinandosi verso la zona maggiormente colpita, il dosimetro comincerà a lampeggiare ed emettere un'allarme.



La soglia di 0.30 verrà ampiamente superata con dosi intorno a 0.50 - 0.90 nella zona del "sarcofago" del reattore, fino ad arrivare a superare 1.00 - 1.20 nella zona di Pripyat. E se avviciniamo il dosimetro in alcuni punti per terra con alberi la dose salirà abbondantemente sopra 10 - 14.
Vi sono 3 punti di controllo con dosimetro. Si sale con i piedi, si poggiano le mani su appositi contatori e se si è decontaminati si passa. Durante il tour completo della durata di 6-7 ore si verrà esposti ad una dose totale di radiazioni inferiore a quella di una comune Rx.

La zona di Chernobyl decontaminata è attualmente abitata, qui la dose segnata dal dosimetro rientra nel range di normalità 0.30. Vi lavora uno staff di persone per 4 giorni a settimana. Si tratta di una zona decontaminata in cui è possibile vivere, vi si svolgono comuni attività. Non è possibile invece la residenza e la visita ai minori di 18 anni.

La visita inizia dalla stele che ricorda il nome della città.




Si arriva al Monumento che celebra le vittime del disastro. Un lungo viale con i nomi delle persone fino ad arrivare ad una piccola area in cui si ricordano gli altri episodi di tragedie legate al nucleare: Hiroshima e Fukushima. Più avanti una grande statua di Lenin e un piccolo museo all'aperto con i mezzi robotizzati che vennero portati sul luogo dell'esplosione.












Si prosegue la visita verso la grande antenna che doveva servire al sistema antimissilistico sovietico anti-americano.





Si può visitare la caserma dei Vigili del Fuoco




alcune zone destinate ai giochi...





ma le immagini più toccanti sono quelle relative ai resti dell'asilo.







Quindi ci si avvicina alla zona dei reattori nucleari. Il ponte della ferrovia sovrasta il fiume dove è possibile scorgere numerosi branchi di pesci ai quali è bene non avvicinarsi vista l'enorme quantità di radiazioni che si trovano nei sedimenti del fiume.
Spicca il profilo del reattore 4, quello esploso, totalmente "tombato" e racchiuso nel cosiddetto "sarcofago". Qui non è consentito vivere in modo permanente, ma solo a tecnici per il controllo del sito. Anche la permanenza della visita viene limitata allo stretto necessario. Costituito da diversi strati isolanti, il "sarcofago" è costato 3 miliardi di euro.







La visita a Chernobyl si conclude con un giro a Pripyat, la città satellite che venne costruita nel 1970. Una cittadina giovane, quindi destinata ad aree verdi con teatri, ristoranti, parchi giochi. Anche la popolazione residente era molto giovane, molti i bambini.
Fu la popolazione maggiormente esposta e tuttora le radiazioni presenti sono le più alte.
Visitiamo la zona del fiume con il suo ristorante completamente distrutto, il teatro, il Palazzo della Cultura, il supermercato.













Ma il momento più triste del percorso è quando si arriva al parco giochi dei bambini.
Qui l'immagine del tempo che si è fermato, dove è stata posta la fine ai giochi e alla spensieratezza, è drammatica.
Le macchinine a scontro ferme, invecchiate dal tempo ma ancora colorate, la giostrina ruotante...
Ma il simbolo di Pripyat e dell'intera zona di Chernobyl è la ruota panoramica. Con le sue cabine gialle simboleggia il tempo fermo nell'attimo dell'abbandono, in cui tutto si è fermato, tutto è finito, dando per sempre l'addio ai propri sogni di bambino.












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