Il Giardino di Ninfa


Considerato come uno dei più bei giardini d'Europa e del mondo, il Giardino di Ninfa ha una storia che risale all' VIII sec d.C. quando l'imperatore Costantino donò a Papa Zaccaria il territorio circostante che comprendeva anche la zona di Norma e Sermoneta, una vasta area del Lazio.
Essendo una zona paludosa situata lungo la più importante tra le vie consolari, la via Appia, il commercio passava lungo la via pedemontana di Ninfa con l'obbligo di pedaggi doganali.







Poco distante da Ninfa infatti si trova Doganella di Ninfa ad indicare come il luogo fosse adibito alla riscossione delle tasse locali. Questo portò ad una crescita economica di Ninfa che ben presto divenne una piccola città con alte mura difensive, tuttora visibili, abitazioni e chiese.
Era presente anche un castello di cui rimane oggi una parte delle mura, ornate da bifore, con la torre difensiva.






Successivamente, nel corso dei secoli, il territorio fu gestito sempre dalle famiglie nobili legate ai Papi, fino al 1297 quando al tempo di Papa Bonifacio VIII la famiglia Caetani l'acquistò e ne fu promotrice del più intenso sviluppo. Dopo un lungo periodo di splendore che durò quasi un secolo, Ninfa fu saccheggiata, in parte distrutta o adibita ad altre attività.
Solo nel 1921, i Caetani ripresero la valorizzazione del territorio con la bonifica delle paludi circostanti e l'inizio della realizzazione dell'attuale giardino con l'acquisto di piante e alberi provenienti da tutto il mondo.



All'interno del Giardino troviamo i resti delle quattro basiliche di Ninfa dedicate ai Santi Giovanni, Pietro, Paolo e Santa Maria Maggiore, proprio come le quattro basiliche papali romane.




La basilica di S. Maria Maggiore era la più vasta a tre navate con un abside dove tuttora rimangono i resti di affreschi raffiguranti S. Pietro (con il vestito rosso) e probabilmente S. Tommaso d'Aquino (in nero).



Poco distanti i resti della piccola chiesa di S. Biagio.





Come detto, Ninfa era un punto di passaggio doganale per i traffici commerciali che arrivavano fino al mare. Era infatti attraversata da un fiume sul quale tuttora rimane un ponte che aveva sia funzione di transito sia difensiva. Il ponte è detto infatti "del macello" in quanto presenta due feritoie dalle quali potevano essere gettate sulle barche sottostanti materiali difensivi come pietre, frecce, olio bollente...



Ma la fama di questa oasi è legata alla presenza soprattutto del giardino con piante e alberi provenienti dai cinque continenti. Le fioriture che si verificano durante tutto l'anno donano al giardino un aspetto sempre diverso con alberi e arbusti che variano di colore a seconda delle stagioni.



Particolare è la foresta di bambù, con alte e robuste canne che in periodo primaverile crescono a vista d'occhio (fino a 15 cm al giorno!)



Alcuni alberi ospitano piante epifite, ossia che si sviluppano sopra altre piante o tronchi.



L'intero giardino ospita una infinità di uccelli e insetti che qui trovano dimora sia per la purezza dell'ecosistema che per la presenza di comodi nidi.
Un vero paradiso per gli occhi e per il cuore!









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