GIORDANIA: Petra e Wadi Rum!


Il viaggio in Giordania di Cristiana Fichi.

"Ormai avrete capito che i miei viaggi sono strettamente collegati alle altre mie grandi passioni: i libri, la musica ed il cinema.
Ed anche questo viaggio in Giordania, peraltro il secondo assaggio a distanza di poco più di dieci anni dalla prima volta, non può che portarmi alla memoria sia Indiana Jones che Lawrence d'Arabia e le loro fantastiche colonne sonore, tra l'avventura ed il romanticismo.





Questo secondo viaggio aveva lo scopo di accompagnare mio figlio alla scoperta di questo paese e per renderlo ancora più indimenticabile sono andata dritta alla meta: Petra e Wadi Rum.

Non me ne vogliano i cultori del viaggio e di questo paese: i caravanserragli sono interessanti, Jerash è fantastica, Kerak è particolare, Amman è curiosa, il Mar Morto è unico, per non parlare del mosaico a Madaba o del memoriale di Mosè sul Monte Nebo o ancora del sito sul fiume Giordano dove è stato battezzato Gesù, ma... possiamo paragonarli ad una delle 7 meraviglie del mondo moderno?

Già... perchè Petra lo è dal 1985 ed è eccezionale, meravigliosa, fantastica!
Quindi chi non ha molto tempo, essendo distante solo 250 Km da Amman, in 5 giorni può organizzare un viaggio indimenticabile alla scoperta di una delle meraviglie del mondo moderno. A chi invece è stato solleticato dalla ricchezza di cose da vedere nel paese, suggerisco di organizzare il viaggio in tutti i periodi dell'anno tranne d'estate, per il caldo eccessivo.

Rivedendola per la seconda volta non vi nascondo di essere stata affetta da sindrome di Stendhal!
La storia di Petra parte da molto lontano. Il nome deriva dal greco e significa pietra.
La posizione e la disponibilità di acqua ne fecero un luogo propizio allo sviluppo. Infatti pur essendo la città posizionata in un'area desertica, in fondo ad una valle rocciosa e fortemente impermeabile, era anche situata nella valle di Mosè (Wadi Musa in arabo). Si narra infatti che Mosè ed il suo popolo si fermarono a Petra, durante la traversata del deserto, e che il profeta vi fece scaturire una fonte percuotendo la roccia con il suo bastone.

Tale sorgente veniva alimentata dalle piogge e l'acqua sgorgante, sapientemente incanalata e stoccata in cisterne ancora visibili, alimentava un acquedotto di circa 40 milioni di litri di acqua al giorno. L'ingresso alla città era un antico letto fluviale il cui corso venne poi deviato. Venne infatti scavato nella roccia un canale di 88 m allo scopo.

Non è stato definito ancora quando fu costruita la città ma già dal VII secolo a.C. era abitata. I primi insediamenti sembrano attribuibili agli Edomiti, popolo nomade e dedito al commercio. Nel VI secolo a.C. invece ne presero possesso e vi si trasferirono stabilmente i Nabatei, altro popolo nomade proveniente dall'Arabia e dedito al commercio soprattutto di incenso, mirra e spezie.

Petra infatti era geograficamente importante perchè nel mezzo delle rotte tra la Mesopotamia, la Siria, la penisola arabica e l'Egitto. Questo fiorente commercio la rese capitale di un ricco impero. La sua fama raggiunse i Romani e per volere di Traiano nel 106 d.C. venne annessa all'Impero romano in Siria. In tal modo divenne un importante avamposto strategico per controllare i territori limitrofi, soprattutto dei Parti. Ma questo ne segnò il declino: le rotte commerciali si spostarono. Nel IV secolo arrivò il Cristianesimo sotto l'influsso di Costantinopoli e l'avanzata islamica nel VI secolo non ebbe molto effetto su una città oramai ridotta ad un villaggio. Fu poi conquistata dai Crociati Franchi fino al 1189 quando il Saladino sconfisse i Cristiani.

Un'altra causa del declino furono anche i terremoti. I più famosi e tremendi furono nel 363 e poi ancora nel 419, nel 551 e nel 747 che distrussero parzialmente la città. Infatti l'area di Petra è caratterizzata da un'intensa attività tettonica, trovandosi nel rift tra la placca arabica e quella africana.
Dopo la vittoria del Saladino la città divenne praticamente disabitata, una città fantasma, finchè venne riscoperta nel 1812, da un giovane esploratore svizzero, Johann Ludwig Burckhardt. Il suo obiettivo era quello di scoprire la fonte del fiume Niger ma non raggiunse mai l'Africa perchè durante il viaggio attraverso la Siria e la Palestina venne a conoscenza di un'antica città dimenticata e temuta dai beduini, nascosta tra le montagne invalicabili. Scoprì l'accesso segreto, esistente tutt'oggi, caratterizzato da un canyon di arenaria lungo un chilometro e mezzo, denominato il Siq.





Il Siq rappresenta ancora oggi l'unico accesso per i turisti e si può percorrere a piedi o con le carrozze. Questo lungo sentiero in mezzo al canyon è molto suggestivo, a tratti stretto e a tratti largo e a seconda dell'ora si trasforma da ocra a rosso a rosa, calando il visitatore in un'altra dimensione. Chi riesce a farlo di notte, troverà particolarmente suggestivo il cammino illuminato dai soli lumini, che rendono il sito particolarmente suggestivo.

Lungo il percorso si incontrano tante tombe, ma sicuramente la più famosa è quella che si trova alla fine del Siq, da tutti chiamata “il Tesoro”, il simbolo di Petra. Alta 40 m, la costruzione è decorata con capitelli corinzi, fregi ed un'urna funeraria che secondo la leggenda dovrebbe contenere il tesoro del faraone. La funzione di questo monumento è ad oggi ancora un mistero, ma la sua bellezza lascia senza fiato. Di notte lo spazio che di giorno è fortemente popolato da beduini con i loro cavalli, cammelli, asini, carrozze,  turisti in cerca del migliore scatto fotografico per immortalare un monumento unico, è interamente ricoperto di lumini ed il silenzio della notte è spezzato dalla musica beduina che risuona e dalle vivaci luci che illuminano la facciata. Uno spettacolo suggestivo che consiglio vivamente!






Oltre il “Tesoro” il percorso si allarga e dalla parte opposta, sulla sommità, si trova una lunga fila di Tombe scavate nella roccia raggiungibili mediante scalini più o meno ripidi. Si tratta di tombe del periodo nabateo.
Proseguendo nel cammino si trova alla sinistra, ai piedi della collina del Sacrificio, il Teatro, unico nel suo genere, perchè unico al mondo scolpito nella roccia. Risalente al periodo romano, consta  di 3 diverse file di sedute separate da passaggi, con una capacità di circa 4.000 persone.




Continuando ancora il tragitto si trovano in alto a destra le Tombe Reali e più avanti in basso il Ninfeo, ovvero una fontana pubblica semicircolare situata nel punto di raccordo tra Wadi Musa e Wadi Al Mataha. Più avanti sempre dalla stessa parte si trova in alto una chiesa di origine bizantina,  distrutta probabilmente da un incendio o da un terremoto. Sono tuttavia ancora visibili i mosaici sul pavimento.

Percorrendo ancora la strada principale si passa la Strada delle Colonne, di origine nabatea ma ristrutturata dai Romani, che rappresentava la strada principale del mercato.
In corrispondenza della strada sulla sinistra si trova il Grande Tempio, che copre una superficie di 7000 mq, tra fregi, colonne e capitelli di origine nabatea.
Proseguendo sulla sinistra si erge il Castello della ragazza, il principale tempio di Petra, di 23 m di altezza.

La maggior parte di questi edifici si trovano in alto e per raggiungerli è necessario scalare qualche gradino. Sicuramente il numero maggiore di gradini, circa 800, sono quelli per raggiungere il Monastero, edificio all'estremità del sito, “the last but not the least”. La scalata verrà ripagata da una  veduta eccezionale di questo monumento alto 48 m e largo 47, la cui camera principale venne usata in seguito dai cristiani, da cui il nome.




Da lì si può godere di una fantastica vista sulle vallate rocciose sottostanti.
L'intero sito di Petra è visitabile in un sol giorno ma per chi ha più tempo 2 giorni sarebbero perfetti.
Mio figlio è rimasto affascinato e le grandi aspettative sono state ampiamente ripagate, perchè è un luogo magico, per la sua posizione, la sua storia, i suoi colori.

L'altro sito degno di interesse è il deserto di Wadi Rum, detto anche valle della luna, a poco più di un centinaio di Km di distanza. Per il suo aspetto roccioso e rossastro è stato teatro di molti set, tra gli ultimi The Martian. I moduli utilizzati nel set dell'unico sopravvissuto su Marte, sono stati copiati ed adibiti a lodge. Così, disseminati nel deserto sono diventati caratteristici del posto.



Le incisioni rupestri nelle rocce sono un'altra nota caratteristica e derivano dal periodo preistorico, circa 8000 a.C..
Quando si parla di deserto è normale pensare alle dune, ma oltre alle dune o montagne sabbiose di vari colori tra cui l'ocra, l'arancio ed il rosso, questa enorme valle è popolata da profondi canyon con formazioni geologiche e forme uniche come archi e ponti naturali, o montagne a forma di funghi ed è molto simile al deserto nell'ovest degli Stati Uniti, regno di Willie coyote. Tale paesaggio è veramente particolare e suggestivo da essere diventato dal 1998 area protetta.






Mio figlio è rimasto senza parole ed ha provato le stesse sensazioni che ho provato anch'io la prima volta che l'ho visto.





Un misto di meraviglia, beatitudine, pace, che pochi deserti sanno dare. E' unico! Suggerisco vivamente di dormirci una notte per vivere i colori dell'alba e del tramonto magari sopra una roccia da cui contemplare la vallata, nella quiete e nel silenzio, dolcemente interrotto dal vento.
E con questa immagine vi lascio con la famosa colonna sonora di Maurice Jarre del multipremiato film Lawrence d'Arabia (ben 7 Oscar, tra cui anche per la migliore colonna sonora), interpretato magistralmente da Peter O'Toole e diretto da David Lean."



Testo e foto di Cristiana Fichi





Nessun commento:

Posta un commento