Cosa vedere in... NAMIBIA: il paese dei deserti!


Un safari, mille deserti, un racconto: Cristiana Fichi ci parla della Namibia!


"La Namibia è il paese dei deserti, deserti di ogni tipo, sabbia e roccia, tra i più antichi al mondo, che rappresentano l'ottanta per cento dell'intero territorio, come il Kalahari, il Namib, il Damaraland, il Kaokoland.




Il Kalahari è una vasta distesa sabbiosa situata a sud est al confine con il Botswana. E' il deserto più antico al mondo e patria indiscussa dell'etnia dei boscimani, tribù che vive di caccia. Questa è una delle regioni più inospitali e selvagge della terra, arida e secca. Il suo nome infatti significa “grande sete”. D'estate le temperature variano tra 30 e 40°C ma d'inverno il clima è freddo e secco con temperature sotto lo zero di notte. Il colore rossastro della sabbia è meraviglioso e suggestivo soprattutto al tramonto ed all'alba.


Il Namib è sicuramente il deserto più esteso ed il più conosciuto con dune che sfiorano i 400 m. Questo deserto riceve l'acqua sotto forma di umidità dal freddissimo Oceano Atlantico. L'umidità viene raccolta da piante, insetti e rettili, consentendone la sopravvivenza. Le dune più famose sono state nominate, come la duna 45 o la Big Daddy e sono le più fotografate del Sossousvlei, dune che il tempo non scalfisce, che a seconda della giornata assumono una colorazione che va dall'oro al color pesca all'arancio intenso, con i prepotenti alberi neri sullo sfondo chiaro. Sossusvlei è un antico lago asciutto ed in mezzo alle dune sorgono macchie di sabbia più chiare dove un tempo c'era vita e alberi, i famosi camelthorn, ora secchi e di colore scuro.





Il Parco del Namib Naukluft, 50.000 km quadrati, è la più grande area protetta della Namibia ed una delle più grandi al mondo. Questo parco si sviluppa a partire dalla costa atlantica, circa 500 Km, fino all'interno e particolarmente suggestiva è la zona in riva al mare con le sue enormi dune dorate tra Pelican Point e Sandwich Harbour. Viaggiare sulla battigia è un'esperienza molto bella ed esaltante ma bisogna fare attenzione a rimanere intrappolati tra il mare e le dune. Per questo è importante conoscere gli orari delle alte e basse maree.

Altra parte suggestiva è la Moon landscape, paesaggio veramente lunare atttraverso cui poi si raggiunge il più grande esemplare di welwitschia mirabilis, pianta unica al mondo e più vecchia della Namibia.

E se da una parte queste terre sono molto aride e inospitali, dall'altra sono prepotentemente belle, uniche e varie. Qui si ha la sensazione di una libertà che deve fare i conti con la durezza della natura. Per questa sua durezza la Namibia, territorio grande 3 volte l'Italia, ospita solo 2 milioni di persone, di cui la maggior parte (80%) di colore, autoctone, facenti parte di varie etnie (tra le principali gli Ovambo, gli Herero, i Damara, i Nama, i Boscimani, gli Himba), poveri e poco istruiti, al contrario dei pochi bianchi, alcuni di origine tedesca (derivanti dalla originaria colonizzazione che durò dal 1883 al 1919), altri olandese (derivanti dalla migrazione dal vicino Sud Africa dei Boeri), bianchi e solo bianchi che hanno in mano l'economia, ricca, del paese.







Le città sono ovviamente molto più simili a paesi più o meno grandi e si va da luoghi abbandonati ed invasi dalla sabbia come Solitaire, il cui nome è molto esplicativo, a Swakopmund, la seconda città importante, sita sul mare, alla capitale, Windhoek, più simile ad un paese bavarese che africano.
Il popolo himba è una tribù primitiva che vive principalmente nel Kaokaland, costituita da pastori seminomadi. Vivono in capanne rudimentali costruite con sterpi, fango e sterco di vacca. Sono alti e snelli con portamento fiero e orgoglioso. Le donne indossano solo gonnellini di pelle e calzano sandali di cuoio. La loro caratteristica è la pelle liscia e colorata di rosso ed i capelli con acconciature particolari fatte di treccine, il tutto cosparso di strato di grasso e polvere di ocra.
Tutte queste tribù vivono principalmente di agricoltura (mais e miglio) e pastorizia.


E se da una parte la popolazione di colore vive modestamente, per contro la minoranza contribuisce a far crescere sempre più l'economia del paese: esportazione e lavorazione dei minerali (zinco e argento prevalentemente, ma anche oro, acciaio e tungsteno), di uranio (c'è la seconda più grande miniera al mondo), diamanti (esiste addirittura un'intera area interdetta al pubblico di circa 75 Km2, la Diamond Area), pietre preziose (turmaline, acquamarine, topazi e ametiste), pesca (allevamenti di ostriche, ma anche pesca di alto bordo, nonostante un oceano atlantico tempestoso, di specie come naselli, acciughe, sardine, alici, sgombri, sogliole, aringhe, tonni).

L'asprezza delle terre è accentuata dalla forza dell'Oceano Atlantico che lambisce le sue coste, con un mare solitamente burrascoso, nascosto a momenti da una fitta nebbia, tanto da dare ad un tratto di costa il nome di Skeleton Coast per gli scheletri della navi che qui si sono incagliate di tanto in tanto.

Anche gli animali si sono adattati a questo duro territorio. Non si trovano come in Sud Africa tutti i “Big five” ma nell'Etosha Park, uno delle riserve più grandi e più antiche al mondo, istituita nel 1907 dal governo tedesco, leoni, giraffe, elefanti, zebre, struzzi, springbok (animale caratteristico della Namibia), kudu, orici, impala (tutti tipi diversi della famiglia delle antilopi) la fanno da padroni.






 Alcune di queste specie sono visibili anche al di fuori del parco ed in generale anche nelle lande più desolate, come gli orici o gli springbok. Numerose sono anche le specie di uccelli (famosi l'uccello serpentario e tessitore), di cui un terzo migratori ed i serpenti, molto velenosi, tra cui cobra e mamba. E che dire delle termiti? E' facile imbattersi in grossi termitai, talvolta più alti degli alberi stessi.

Lungo la Skeleton Coast e nella costa atlantica più meridionale sono numerose anche le colonie di foche. A Cape Cross sorge la più grande riserva di otarie del mondo. Ma lungo le saline di Walvis Bay fenicotteri rosa passeggiano indisturbati.

La presenza di pochi centri abitati su un territorio così ampio fa sì che le notti qui sono veramente stellate e luminose come non mai. La via Lattea è incredibilmente luminosa e con un po' di carte astronomiche è possibile riconoscere le stelle che dominano l'emisfero meridionale a cominciare dalla croce del sud.

Il clima secco dovuto anche alla posizione nella fascia tropicale (scorre infatti il Tropico del Capricorno all'incirca a metà del paese) è una costante e pertanto il rischio di disidratazione e colpi di sole vanno prevenuti con quantità abbondanti di acqua e con protezione del corpo con creme e della testa con cappelli, anche se l'escursione termica tra giorno e notte è molto elevata.



La sintesi di questo paese è ben caratterizzata dalla sua bandiera, dove sovrasta un sole, simbolo di vita ed energia, su una serie di colori: oro per il calore, il colore delle spianate e delle dune del Namib; blu per il cielo e l'oceano e rappresenta l'importanza della pioggia e dell'acqua; rosso per l'eroismo e la determinazione della sua gente; verde per la vegetazione; bianco per la pace e l'unità.

Io amo molto l'Africa, ma questo paese, tra tutti quelli visitati, mi è sembrato il meno africano di tutti, se non fosse per la sua popolazione. Il suo clima, i suoi deserti, la sua asprezza è come se avessero creato una barriera verso il mondo esterno, isolandolo da tutto e tutti, un paese senza colori forti, un paese senza musica, un paese duro. Questa è la sua bellezza."



Testo e foto di Cristiana Fichi





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