CAPOVERDE: ..."no stress"!


L'amica e "grande viaggiatrice" Cristiana Fichi ci racconta il suo viaggio a Capoverde, all'insegna del relax!

"Dopo la ripresa del lavoro dalle vacanze estive, la quotidianità, la ripresa di tutte le attività, sono arrivata ad un certo punto col fiato corto, stanca, stressata…




Eh si, ci voleva proprio una vacanza, un’evasione, un qualcosa per staccare, ricaricare le batterie e ripartire. E qui entra in gioco lo spirito del viaggiatore: dove andare? 


Non avevo intenzione di andare in un centro benessere, dove sicuramente mi sarei riposata, rinfrancata, coccolata, rilassata e ne avrebbe sicuramente giovato la carne e lo spirito. Oh no, no! Avevo bisogno di qualcosa di nuovo, di inesplorato, di tranquillo, a buon prezzo, in vista di altri viaggi con la V maiuscola. Ebbene, così è arrivata la scelta di Capoverde. 6 ore di volo da Milano e voilà!

Capoverde è un arcipelago di 9 isole, di cui 5 a nord (Sopravento) e 4 a sud (Sottovento) situate nell’Oceano Atlantico a circa 600 Km dalle coste del Senegal, di origine vulcanica e molto diverse tra loro. 

Le più turistiche senz’altro sono l’isola di Sal e di Boavista; la più affollata perché sede della capitale, l’isola di Santiago. Le isole scoperte nel 1461 dai portoghesi, ne divennero loro colonie principalmente per il commercio internazionale degli schiavi provenienti dall’Africa vicina. 

Dal 1975 Capoverde è divenuta una repubblica indipendente, grazie anche all’apporto del suo eroe nazionale, Amilcar Cabral, ucciso nel 1973. La popolazione non arriva a 500.000 anime, di cui la metà nell’isola della capitale, Santiago, ma molti sono gli emigrati all’estero. La lingua ufficiale è il portoghese, ma oramai il creolo, la lingua madre degli schiavi, è la lingua ufficiosa.
La scelta dell’isola è stata un po’ obbligata: la più conveniente, con più servizi e più attività da effettuare era l’isola di Sal ed il pacchetto comprendeva volo charter e soggiorno in un villaggio turistico “all inclusive” a buon prezzo. Sinceramente non sono il tipo di viaggi del genere, ma nello spirito del relax, del costo, della vicinanza, ho pensato che nemmeno legata mi avrebbero tenuta tutto il tempo nel villaggio e che c’era comunque un po’ di tempo per nuove scoperte. E così è stato!
E’ stata veramente una gran bella scoperta!
Innanzitutto il mare.

Certo, non vi aspettate le spiagge caraibiche o le calde acque del Madagascar o i pesci colorati delle Maldives o le barriere coralline incontaminate delle isole Fiji… Niente di tutto questo: siamo nel mezzo dell’Oceano Atlantico, senza barriere coralline, con moti ondosi non indifferenti e soprattutto il vento che regna sovrano durante tutto l’anno. Possibile l’incontro con gli squali,



 ma anche con le tartarughe in certi periodi dell’anno.



Ma il mare è bello, abbastanza caldo e poi kilometri e kilometri di spiagge bianche, deserte.



Uniche note, il rumore del vento ed il colore dei kitesurf o windsurf che tentano di dominare le onde.



Capoverde infatti è la patria di queste specialità.
Poi la popolazione. Sono persone semplici, povere ma molto disponibili. Vivono solo ed esclusivamente di turismo, in quanto né la coltivazione, assente in alcune isole, come in Sal, né la pesca riescono a soddisfare il loro fabbisogno. Non hanno acqua, non hanno petrolio, non hanno minerali, non hanno niente. Oramai nemmeno più il sale che rappresentava con le saline naturali presenti,



l’unica fonte di sostentamento di questa isola. Ma nonostante tutto, vivono con onore. Non esiste criminalità e, se c’è, è importata da altri paesi. Il popolo capoverdiano è pacifico e lavoratore, è allegro e simpatico. Si fanno in quattro per aiutarti se chiedi informazioni in giro, sei loro ospite e ti rispettano perché rappresenti per loro una fonte di sostentamento. Tutte le persone lavorano col turismo: guide, camerieri, venditori, indistintamente uomini e donne. La maggior parte non ha l’acqua in casa che deve recuperare dal pozzo cittadino 



e nemmeno la luce elettrica, ma sono tutti molto solari. Non ci sono i nostri ritmi di vita e quando ti vedono, straniero, ti chiamano e ti ripetono:”Cabo Verde, no stress”!
A parte il carattere solare di questo popolo, devo dire che anche l'aspetto fisico non è per niente male! Principalmente gli uomini hanno fisici statuari e muscoli scolpiti: effettivamente un gran bel vedere e non a caso viene considerata anche una meta sessuale al femminile!



Le cittadine sono molto povere ma quello che si nota subito è la vivacità dei colori delle case,



così come delle barche dei pescatori.



E naturalmente tutti questi colori mettono allegria!
Degna di nota è la Cidade Velha nell’isola di Santiago, la città vecchia, la zona dove venivano venduti gli schiavi. Rua Banana è una lunga strada costeggiata da lunghe e basse case in pietra bianche dal tetto in paglia, candidata a diventare, una volta restaurata, sito dell’UNESCO.



E l’allegria e la gioia di vivere tutta creola, si traduce anche in canti e balli, come la funana. Di stampo un po’ più malinconico, ma molto simile al fado, la morna, un canto romantico. Regina della morna e famosa in tutto il mondo, anche se a me sconosciuta, ammetto la mia ignoranza, ahimè, l’ormai scomparsa Cesaria Evora, che rappresenta per loro il nostro Modugno.
E che dire del cibo? Molto povero a base di mais, principalmente. Il piatto nazionale è la cachupa, zuppa a base di semola di mais, patate, fagioli e filetti di pesce, ma nei numerosissimi ristorantini di S.Maria troverete molte aragoste a buon prezzo.
Insomma, ho fatto venire un po’ la voglia di esplorarla a voi che non l'avete ancora vista?"

Testo e foto di Cristiana Fichi


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