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TIVOLI: Villa Gregoriana


"In questi giorni sono stato a Tivoli e ho ammirato uno degli spettacoli naturali più superbi. La cascata colà con le rovine e con tutto l'insieme del paesaggio sono cose la cui conoscenza ci arricchisce nel più profondo dell'anima". Così scriveva Goethe verso la fine del 1700 in un periodo in cui i temi di mito, natura e storia erano particolarmente amati.



A Villa Gregoriana si alternano infatti una natura incontaminata, rigogliosa, i miti di Nettuno e delle Sirene, la storia con i templi costruiti a picco sulla gola.



Le cascate del fiume Aniene dominano il paesaggio del parco e si gettano fragorose nella Valle dell'Inferno. Poco distante la villa dell'oratore Manlio Vopisco, di cui si possono ammirare le rovine.








Le cascate dell'Aniene nel corso dei secoli costituirono sempre una tappa obbligata per ogni viaggiatore o pellegrino o artista che si recasse a Roma.





La gola della valle è dominata dall'alto dai due templi di Vesta e di Tiburno, tipico esempio di architettura del II-I sec. a,C.



Tra cascate, radure, antri rocciosi affiorano i resti di quella che era la bellezza artistica e architettonica del luogo.






Nel novembre del 1826 le piogge torrenziali fecero crescere il livello dell'Aniene al punto da rompere gli argini e allagare la città di Tivoli, portando distruzione. Vennero così creati dei canali, i Cunicoli Gregoriani, con la funzione di convogliare le acque del fiume fuori dall'abitato senza rappresentare più un problema per la popolazione.
Insieme ai Cunicoli di Miollis rappresentano profonde fenditure nella roccia della Valle dell'Inferno che non avrebbe più risuonato del rumore della cascata, ma avrebbe accolto il parco voluto da Papa Gregorio XVI, a cui si deve il nome della villa.






Il mito accostato alla natura si ritrova poco lontano nella grotta di Nettuno, anfratto a cui si accede costeggiando una romantica cascatella.







I templi di Vesta e Tiburno chiudono il percorso di visita di un luogo che per molto tempo venne abbandonato a se stesso, adibito a discarica e recuperato solo negli anni Settanta.
I templi a struttura cilindrica l'uno e quadrata l'altro, con splendide colonne corinzie che svettano alte e candide verso il cielo azzurro, dominando dall'alto la gola dell'Aniene, simboleggiano la grandezza della storia nel corso dei secoli.








Oggi Villa Gregoriana vive accanto al suo paese in un alternarsi di antico e moderno, caro al periodo neoclassico e romantico, dove in unico colpo d'occhio è possibile scorgere il passato ed il presente e dove la memoria storica deve rappresentare esperienza per costruire il futuro!














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